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Aterrados – La via argentina alla solita roba

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Stavo ripensando a quei momento storici in cui ci è capitato di guardare a una cinematografia, diciamo così, “esotica” per trovare finalmente qualcosa di valido in ambito di genere. Il primo esempio che mi viene in mente è la Spagna. Ricordate la comparsa in sala di film come Tesis di Alejandro Amenabar? Gli esordi di Jaume Balagueró, dal corto Alicia fino alla consacrazione con [REC]? E ancora avanti, fino alla comparsa di fenomeni come J. A. Bayona o Andrés Muschietti (Sì, Muschietti è argentino, lo so. Ma Mama, il corto, è stato fatto in Spagna e l’interessamento di Guillermo è conseguente a quella produzione). Ma la Spagna è solo uno dei tanti esempi. Se seguite attentamente questo sito (cosa caldamente consigliata, anche perché so che nei vari disegni di legge del governo c’è anche quella per cui ogni tre articoli letti uno dovrà essere nostro), nel tempo siete venuti a conoscenza della nuova ondata del cinema horror giapponese, coreano, tedesco, turco, novergese…

Classic Argentina

C’è horror dappertutto, ovunque. Anche perché, parafrasando Carpenter, la commedia è un genere cinematografico locale (vi posso consigliare di pagare dei soldi per vedere questo?), mentre l’horror è universale: ciò che fa paura a noi in Italia fa paura anche in Nicaragua o in Danimarca. Certo, poi ci sono le differenze culturali, quelle piccole cose che rendono quelle paure legate a una determinata zona geografica (i troll fanno più paura in Norvegia che in Australia), ma ci sono delle basi comuni. C’è poco da fare: stare da soli al buio in uno scantinato in cui ci sono dei rumorini sinistri fa paura in qualsiasi parte del mondo.

Una roba inedita from Argentina

Quindi, facendo un piccolo riassuntino, funziona così: ciclicamente ci annoiamo della via all’horror statunitense e allora cerchiamo nuova linfa vitale in giro per il mondo, nei luoghi più inaspettati. Poi solitamente funziona che Hollywood ruba tutto quello che di nuovo c’è in quella produzione esotica, regala un visto lavorativo al regista povero del terzo mondo, gli fa fare un primo film decente, lo sacrifica sull’altare del successo alla seconda prova, assorbe tutto come una spugna e, nell’arco di tre o quattro film, risputtana tutto. Ma è inutile che ci lamentiamo, eh? Hollywood è fatta così, lo sappiamo.

L’invenzione argentina del mostro sotto il letto

Arriviamo al film di oggi, Aterrados, piccolo horror argentino, scritto e diretto da Demián Rugna, uno che s’è fatto le ossa in patria con una lunga serie di corti di genere facendo tutto quello che c’era da fare: dalla colonna sonora al montaggio, passando per la scrittura fino alla regia. Leggo un po’ di recensioni in giro e scopro che forse siamo di fronte a un nuovo grande esempio di horror esotico. Complimentoni un po’ ovunque e tante frasi che possiamo riassumere con: “finalmente un horror come si deve, nuovo, coraggioso, pieno di ideee”. Mi carico le molle e finalmente mi metto a vedere il film al grido di Argertina, Mon Amour!

E alla fine viene fuori la vera verità. Che è questa: Aterrados è un piccolo film horror argentino che mette insieme senza un vero senso logico una serie di suggestioni rubate al genere per inserirle a forza in una ghost story. Non c’è nulla di nuovo, niente di innovativo, nessuna nuova via al genere. Semmai c’è un po’ di confusione in fase di scrittura accompagnata da una buona capacità di riciclare idee per la costruzione di una lunga serie di sequenze bubu7te. Idee che arrivano da dove? Da Hollywood, dal cinema horror degli ultimi anni. Insomma, Aterrados è un sano film di exploitation confuso dai più per un nuovo e originale esempio di horror argentino. Maccosa.

Grandi idee argentine datate 2019

L’idea è quella di spiazzare lo spettatore cambiando continuamente il protagonista della storia: si passa dalla coppia del prologo al vicino di casa con le turbe, ci si concentra un po’ sull’investigatrice del paranormale per poi passare al vecchio medico legale che un tempo lavorava per la polizia fino ad arrivare poi al giovane poliziotto scettico. In mezzo tante sequenzine anche piuttosto divertenti ma che avete già visto in molti altri film. Si arriva alla fine del film con qualche domanda sulla trama e un po’ di stanca per un film che non porta da nessuna parte.

l’età che mi sentivo a fine visione

DVD-Quote:

“Sempre la solita roba. In argentino, eh? Ma sempre quella roba lì”

Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com

> IMDb | Trailer

 

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